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Un Paese a Sei Corde

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La scoperta di Lance Canales

15/05/2017

Che non lo conoscessi io che di musica Root so ben poco, ci sta. Ma che quei matti amici di Ameno Blues Festival lo avessero preso a scatola chiusa senza sapere praticamente niente di lui e della sua musica…!

Tutti amanti del rischio (anche meteorologico) da 'ste parti: organizzatori e pubblico. Ma che impressione quella chitarra così metallica, storta, quei suoni così poveri e sporchi, quella batteria così incongruente sotto il pronao (vedi Wikipedia se non sai cos'è!) della cinquecentesca chiesa di Sant'Antonio di Vacciago di Ameno! Quel suono di contrabbasso così grosso, pesante! Eppure, eppure, eppure… Quando quello strano omino dai larghi jeans e cappello marrone veramente kitch (ma è lui? è proprio lui Lance Canales?) inizia a ruggire al microfono, qualcosa scende a tutti noi lungo la schiena: un brivido forse, come pioggia gelata. E' la sorpresa di poter percepire da quei suoni cosi ruvidi, da quella voce così "disperata", un mondo che conoscevamo solo attraverso film, tv o libri, ed ora eccolo qui: vivo, polveroso, umiliato, disperato appunto, ma vivo! Un mondo di vinti raccontato attraverso il Root Stomp di questo poeta. Lo Stomp: i passi sfiniti di carcerati in marcia incatenati tra loro, i passi dolenti degli immigrati clandestini che attraversano la frontiera e il deserto, i passi incerti di un quarto stato che avanza verso una lontana speranza, alla ricerca di un riscatto, sognando la libertà. La cassa della batteria segna i passi di questa umanità con il riverbero naturale della chiesa: sono i passi del destino, sui quali si alzano una preghiera e un grido ("Non c'è pietà in questa terra!"), è il ritmo dei treni sui quali saltano gli hobos per traversare l'America e trovare un'america.
Emozioni. E tante: Lance, dopo le sue canzoni, ci regala una versione di "Deportee" di Woody Guthrie, tira fuori una cigarbox guitar con la stessa scritta della chitarra del magno cantore Guthrie: "Questa macchina uccide i fascisti", e ci fa segnare il tempo spontaneamente, ci fa cantare un ritornello con lui. Nessuna retorica, una semplicità disarmante e una musica "povera" che ci fa tornare a casa arricchiti.

E domani è il Primo Maggio.





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